BEATO GRIMOALDO DELLA PURIFICAZIONE

Grimoaldo della purificazione, al secolo Ferdinando Santamaria, nacque il 4 maggio 1883 a Pontecorvo ( Frosinone ), primo di cinque fratelli . Ancora adolescente si iscrise congregante dell'Immacolata e svolse un fecondo apostolato tra i suoi piccoli coetanei. A 17 anni, il 6 marzo 1900 emise la professione religiosa come passionista. Si preparava nello studio e con la preghiera al sacerdozio nel ritiro di Cecano, ma appena due anni dopo la professione, colpito da miningite acuta si spense, come aveva predetto, il 18 novembre 1902, invocando Maria e < contentissimo > diceva; di fare la volontà di Dio . Aveva 19 anni. Il segreto della sua rapida ascesa alle vette della perfezione religiosa fu una singolare devozione a Maria Immacolata a cui si era consacrato fin da piccolo.

                          LA VIA E, NELLO STESSO TEMPO, IL CONTENUTO DELLA PERFEZIONE CONSISTE NELLA 

                                                                              * SEQUELA  CHRISTI * 

Gesù chiede di seguirlo e di imitarlo sulla strada dell'amore, di un amore che si dona totalmente ai fratelli per amore di Dio: *Questo è il comandamente , che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.  Questo come esige l'imitazione di Gesù, del suo amore di cui la lavanda dei piedi è segno; * Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perchè come ho fatto io, facciate anche voi *. L'azione di Gesù e la sua parola, le sue azioni e i suoi precetti costituiscono la regola morale della vita cristiana. Infatti, queste sue azioni e, in modo particolare, la passione e la morte in croce, sono la viva rivelazione del suo amore per il Padre e per gli uomini. Proprio questo amore Gesù chiede che sia imitato da quanti lo seguono. Esso è il comandamento nuovo: * vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo saprano che siete i miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. 

Questo come indica la misura con la quale devono amarsi tra loro i suoi discepoli. Dopo aver detto: * Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati* Gesù prosegue con le parole che indicano il dono sacrificale della sua vita sulla croce, quale testimonianza di un amore più grande di questo: * Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici *. 

Chiamando il Giovane a seguirlo sulla strada della perfezione, Gesù gli chiede di essere perfetto nel comandamento dell'amore, nel * suo comandamento: di inserirsi nel movimento della sua donazione totale, di imitare e di rivivere l'amore stesso del Maestro * buono * di colui che ha amato sino alla fine. E' quanto Gesù chiede ad ogni uomo che vuole mettersi alla sua sequela: * Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua*.

Seguire Cristo non è una imitazione esteriore, perchè tocca l'uomo nella sua profonda interiorità. Essere discepoli di Gesù significa essere conformi a Lui, che si è fatto servo fino al dono di sè sulla croce. Mediante la fede, Cristo abita nel cuore del credente, e così il discepolo è assimilato al suo Signore e a Lui configurato. Questo è frutto della Grazia, della presenza operante dello Spirito Santo in noi. 

Inserito in Cristo, il cristiano diventa membro del suo corpo che è la Chiesa. Sotto l'impulso dello Spirito, Il Battsimo configura radicalmente il fedele a Cristo nel mistero pasquale della morte e risurrezione, lo * riveste * di Cristo. Rallegriamoci e ringraziamo - esclama San'Agostino rivolgendosi ai battezzati: siamo diventati non solo cristiani, ma Cristo. Stupite e gioite: Cristo siamo diventati!!!. Morto al peccato, il battezzato riceve la vita nuova: vivente per Dio in Cristo Gesù, è chiamato a camminare secondo lo Spirito e a manifestarne nella vita i frutti. 

La partecipazione poi all'Eucaristia, sacramento della Nuova Alleanza, è vertice dell'assimilazione a Cristo, fonte di vita eterna, principio e forza del dono totale di sè, di cui Gesù secondo la testimonianza tramandata da Paolo comanda di far memoria nella celebrazione e nella vita: Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finchè Egli venga.