GESU' IL NUOVO TEMPIO

DISTRUGGETE QUESTO TEMPIO E IN TRE GIORNI LO FARO' RISORGERE

Con il gesto clamoroso, della purificazione del tempio, Gesù mette in discussione l'istituzione più sacra della tradizione giudaica Soprattuto è posto sotto accusa il modo comune di interpretare il rapporto con Dio. Il fatto che Dio abitasse nel tempio conduceva Israele alla presunzione di possedere Dio in modo definitivo, anche se la vita quotidiana non si lasciava trasfigurare dal rapporto unico e singolare che Dio aveva stabilito con il suo popolo.  I profeti avevano più volte denunciato a chiare lettere l'illusoria sicurezza data dal formalismo religioso per riportare il culto ad integrarsi con la vita.  Gesù si coloca in questa linea quando dichiara in modo inadeguato di vivere il rapporto con Dio.  

Il gesto compiuto da Gesù è chiaramente provocatorio e scatena l'opposizione dei Giudei. Per giustificare la sua azione Gesù offre un segno; * Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere *. Il tempio  cui Gesù intende alludere è il suo corpo che sarà distrutto dalla morte, ma riedificato nella risurrezione.  Santuario della divina presenza e vero luogo dell'incontro con Dio è la persona di Gesù. Con la sua vita egli indica quale sia il vero culto che il Padre attende dal suo popolo; fare la volontà di Dio , aderire alla sua Parola, vivere la carità e la giustizia. Non è tanto allora il luogo sacro o il numero dei sacrifici che realizzano la comunione con Dio, quanto soprattutto quei segni ancora più espressivi di una profonda e genuina adesione interiore; l'offerta di sè, della propria obbedienza e volontà di conversione.

UN'ESISTENZA RINNOVATA

Gesù si presenta come dedito totalmente alla volontà del Padre, una volontà che ricolloca il culto nella sua giusta prospettiva, svelandoci così il senso ultimo e definittivo dell'Alleanza. E' l'affermazione di un primato che spesso, nella quotidianità della nostra vita, corriamo il rischio di dimenticare. Non è infrequente il rischio di disperdersi in mille cose di perdere il centro unificatore; la volontà di Dio Padre, appunto, quale senso del nostro agire. 

I discepoli hanno compreso la storia di Gesù alla luce delle Scritture; così sia anche per noi credenti di oggi. Un interrogativo si fa allora serio; quale spazio occupa nella nostra vita l'ascolto della Parola..??? Se spesso ci troviamo spiazzati da avvenimenti e situazioni, non è forse perchè abbiamo perso l'abitudine di frequentare la Scrittura..??  Se siamo nell'incapacità di comprendere avvenimenti che ci riguardano, non è forse perchè non li sappiamo leggere alla luce della morte -risurrezione di Gesù...??? 

Il nuovo culto inaugurato da Gesù è un culto che rimanda alla croce e alla logica che la regge; il dono di sè, fino alla spogliazione totale. Siamo chiamati ad un culto quotidiano che non si contrappone al culto che le comunità cristiane sono chiamate a rendere a Dio; il culto della vita quotidiana ( una vita donata. 

L'ANNUNCIO DELLA CROCE 

La parola che la Chiesa è chiamata ad annunciare come dono di vita è la parola della croce, come segno supremo dell'amore di Dio. Ma questo messaggio sconcerta chi, in una apparente religiosità, pretende che Dio si adeguì ai propri schemi. La vita cristiana non può aggirare o addomisticare la croce. Nel Cristo che muore Dio ha rivelato il volto paradosale della salvezza che diventa accessibile e comprensibile solo a chi possiede lo Spirito. Facendo suo il progetto del Padre, Cristo ha mostrato come si vive il rapporto con Dio nelle situazioni concrete della vita. Solo l'amore è capace di capire la croce come scelta gioiosa e liberante. Ci sono scelte non contemplate dalla legge che sembrano follìa agli occhi del mondo e incomprensibili a chi vive una religiosità superficiale.. la scelta volontaria della povertà o della verginità, la rinuncia a carriere prestigiose per essere più disponobili agli altri, il servizio agli ammalati, ai vecchi, la dedizione a ogni tipo di emarginati, l'impegno sociale disinteressato. Ma anche dentro la trama di una vita apparentemente monotona e banale, che in definitiva è il volto * feriale * della croce, si realizza una comunione con Dio e sale al Padre quel vero culto che induce a manifestare nelle * opere la realtà nascosta nel sacramento.

DIO HA TANTO AMATO IL MONDO.......

La vita cristiana non consiste in una serie di pratiche che possano giustificare o tranquillizzare la nostra * buona coscienza * ; messa dominicale, formule frettolose e meccaniche, devozione a qualche santo contro i guai della vita.  

Per entrare in comunione con Dio è chiamata in causa la vita con tutte le sue scelte quotidiane, piccole o grandi che siano. Gesù oppone ad una religione superficiale, fondata sull'interesse dell'uomo, la purezza della fede nella sua persona. La presenza di Cristo non è nella materialità di un tempio reso luogo di comercio, ma piuttosto nell'umanità piena di Gesù Cristo. E' Cristo la proposta di Dio all'uomo.