VIEN CHIAMATA ALLA RELIGIONE E IL SUO INGRESSO NEL MONASTERO DI SANTA LUCIA

CAPITOLO III;

 

Non suol tardare la Divina Bontà di parlare colle sue sante ispirazioni a quel cuore che separandosi dall'esterne, ed interne affezioni, si ritira nel suo interiore per udire la Divina Voce si fa sentire nel silenzio di tutte le creature.

Così successe a questa illuminata giovinetta. Deposto l'unico attacco che aveva alle vanità proprie del sesso donnesco, udì all'istante l'aura dolce e soave della celeste ispirazione; conobbe al Divin Lume il prezioso tesoro della s. castità e tosto se ne invaghì; conobbe le vanità delle cose create, e subito le abborrì; conobbe finalmente la felicità dello stato religioso, e si accese in essa un ardente desiderio di abbracciarlo.

pregò pertanto istantemente la madre di farsi mezzana appresso il padre per ottenergli un tanto tesoro. Si mostrò pronta la pia genitrice a consolarla, ma le soggiunse, che, essendo ancora di tenera età, bisognava aspettare un pò più di tempo. Si arrese tosto l'ubbidiente fanciulla al consiglio della savia madre, e più che mai si diede all'orazione ed alla mortificazione.

Amava grandemente la predetta genitrice, e perciò il Signore incominciò a poco a poco a cercare di prepararla al totale distacco.  Mentre stava in compagnia della medesima, sentva dirsi di quando in quando nel suo interno; * Preparati, la perderai; ben presto morirà *. A tali sentimenti cadevano dagli occhi copiose lagrime, ma con destrezza dissimulava affinchè la madre non se ne vedesse.

Infatti non molto dopo, la madre in età ancora florida passò agli eterni riposi, lasciando sei figli, tre maschi e tre femmine.

Qual fosse il dolore per la perdita di una tal madre, ognuno può agevolmente figuraselo; tanto più che restava la giovinetta come alla testa ed al governo di una sorella e di due fratelli minori ( giacchè la sorella maggiore si era già fatta religiosa, il fratello parimente maggiore stava fuori di casa per abilitarsi per la mercatura ). 

La malattia della madre fu breve, perchè di puntura, Lasciò alla medesima gli ultimi ricordi; la lasciò caldamente raccomandata al padre, al fratello maggiore ed al proprio confessore, che era Vicario Generale e confessore altresì della fanciulla, e datale la materna benedizione riposò nel Signore.

Restò, non poco afflitta Maria Crocifissa per simile perdita ma baciando amorosamente quella amorosa mano, che vibrato aveva il colpo, si diede con maggior fervore di spirito alla pratica delle sante virtù, ed alla più estta, ed attenta educazione degli due fratelli, e sorella, quali la tenevano e ubbidivano come loro madre, e sì bene si approfittarono dei suoi santi insegnamenti ed esempi che fecero di poi ottima riuscita, mentre la sorella la seguì nel rendersi religiosa, ed i fratelli, uno restò secolare, ma fu specchio della gioventù, e l'altro fu sacerdote del canonico della cattedrale di Corneto, di vita esemplarissima.

Vedendosi essa intanto molto più solito bisognosa di lume, di aiuto, e d'indirizzo, si rivolse piena di fiducia alla Beatissima Vergine, dicendole umilmente; Madre carissima, giàcchè ho perduta la madre terrena, intendo di prender voi d'ora in poi per mia madre. degnatevi di accettarmi voi per vostra figlia.

Grandi senza dubbio Maria Ss.ma questa offerta; onde in tutto il tempo della vita la sperimentò sempre affettuosissima madre.

Le andava intanto sempre più il vivo desiderio di rendersi religiosa, ma però in qualche monastero assai rigido, ed osservante, e non potendo subito porre in esecuzione sì santa brama, andava come facendo il suo noviziato nella propria casa. Attendeva all'orazione, ed al santo raccoglimento; era cauta e circospetta nel trattare, digiunava tre volte la settimana in pane ed acqua, e quando doveva fare la Santissima Comunione, d'ordinario, le sera si privava d'ogni cibo, leggeva libri santi, si disciplinava aspramente anche talora a sangue, insomma faceva nella propria casa un rigorisissimo noviziato.

Intanto procurò di aver l'ingresso, da prima, nel monastero dei Sette Dolori di Maria Ss.ma in Viterbo, e poi fra le Cappuccine, ma nè l'uno, nè l'altro le fu permesso dal padre, dal fratello maggiore e dal confessore, ma bensì le proposero il monastero di Santa Lucia di Corneto dell'ordine di S.Benedetto, ed essa per non contraddire alla Santa Ubbidienza vi condiscese, ma non senza sua gran ripugnanza, sicchè in età di circa diciassette anni si rinchiuse per sempre nel monastero.