SOLO AL SIGNORE TUO DIO TI PROSTRERAI

 

GESU' NEL DESERTO VIENE TENTATO DAL DIAVOLO ( Lc4,1-13 )

Nel racconto delle tentazioni abbiamo l'incontro di due personaggi. Da una parte Gesù, guidato dallo Spirito, e dall'altra il diavolo, l'avversario, colui che verifica la consistenza della fede del credente. Gesù è coinvolto in un dibattito - provocazione-verifica. 

Nella prima tentazione è in gioco il significato della filiazione di Gesù, appena proclamata dal padre ( 3,22 ). Gesù è spinto a servirsi del suo potere di Figlio per cercare cibo e nutrimento altrove e diversamente da come il Padre richiede; ma egli rifiuta di fare miracoli e si richiama alla parola di Dio, unico e vero cibo. Gesù afferma non la sua ma l'autorità della Scrittura ( Sta scritto ); la sua autorità deriva dalla parola di Dio, non può prescindere da essa; invece di imporre il proprio * io * come vorrebbe il tentatore, Gesù si colloca in una relazione di totale fiducia nei confronti del Padre.

Nella seconda tentazione viene proposto a Gesù di ottenere la regalità su questo mondo mediante un atto di adorazione nei confronti del tentatore . Il rifiuto di Gesù attesta che egli attende dal Padre- e solo da lui- come e quando stabilire la sua regalità sull'universo intero. Al tentatore, che rivendica per sè un culto riservato solo a Dio, Gesù ricorda che esiste una sola signoria; Il Signore, Dio tuo, adorerai; a lui solo renderai culto.

La terza tentazione è posta da Luca a gerusalemme che, nella prospettiva di Luca, è il punto culminante del ministero di Gesù. Il tentatore conduce Gesù là dove concludere la sua missione e dove si deve decidere la sua accoglienza o il suo rifiuto da parte del popolo giudaico. Se Gesù si gettasse dall'alto del pinnacolo del tempio, egli farebbe sua l'attesa popolare per la quale il Messia avrebbe dovuto imporsi con segni e prodigi. Ora, la via scelta da Gesù comporta l'entrare nella vicenda umana fino in fondo: Messia sì, ma crocifisso.

CONVERTIRSI AL DIO DI GESU'

Accettando di morire per rimanere fedele alla logica del dono e del servizio, Gesù diventa l'immagine perfetta del Dio che fa vivere e che dona la vita. Il racconto delle tentazioni non rivela solo la discussione circa il progetto messianico di Gesù, ci indica come l'uomo - che segue la logica scelta da Gesù - è chiamato a vivere per non cedere alla tentazione e per poter adorare il Dio di Gesù.

Nelle scelte di Gesù sono offerte, infatti, precise indicazioni al credente. Gesù si manifesta come; l'uomo che rifiuta di essere figlio di Dio annulando la sua umanità, sottraendosi ai limiti della natura e del tempo che sono il tessuto nel quale si snoda tutta la vicenda umana; il credente, che incontra il suo Dio in una Scrittura che apre il cammino e sollecita ad un costante rinnovo della fede.

Le tentazioni trovano la loro migliore attualizzazione nella distinzione di un grande teologo russo, Florenskij, il quale sostiene che è molto diverso conoscere le cose e conoscere le persone. Non si può conoscere il Padre, la Persona per eccellenza, secondo i principi dell'evidenza, volendolo ridurre ad un'idea chiara e distinta. Non si incontra Dio nella pretesa della scienza, che tende sempre ad allontanare il mistero. Dio, come ogni persona, si conosce nella fiducia e, restando in sua compagnia, nella comprensione della sua storia. Si comincia a prestargli fede, poi si mantiene il contatto con lui per scoprire di amare Dio al di sopra di ogni cosa. E' questo il senso della preghiera.