SI RAFFREDDA NEL SUO FERVORE E DI POI PRENDE MAGGIOR SPIRITO NEL DIVINO SERVIZIO

 

                                    CAPITOLO  II

Pervenuta all'età di anni dieci, incominciò il nemico dell'uman genere ad istillarle nel cuore l'amore alle vanità, passione predominante nel sesso imbelle, ed essa incauta si lasciò talmente prendere da tale affetto, che nonostante le proibizioni della pia madre e le sue riprensioni, la sua maggior premura la poneva nell'adornarsi, nel comporsi per fare la sua comparsa. Per effetto di meglio adornarsi, si pose in impegno di apprendere l'arte del ricamare, affine di farsi delle vanità per fare maggior comparsa e di divenire più vaga agli occhi delle creature.

Il Signore peraltro, che ciò permise per maggior sua umiliazione, la preservò per sua mera bontà da qualunque attacco a persona particolare; anzi sentivasi fortemente stimolata a stare vigilante sopra se stessa, e a non attaccarsi coll'affetto a veruno, per non offendere Iddio.

Un giorno stando alla finestra di sua casa per sollevarsi, si accorse che un giovane la guardava fissamente, ed essa fu tanto aliena dal compiacersene, che anzi, tosto levatasi dalla finestra, per mortificare e far dispetto a quel giovane, in suo cambio vi pose la scopa.

Dal decimo anno al decimoterzo durò Crocifissa nell'amore della vanità mondana; ma volendo la Divina Pietà tirarla perfettamente al suo S. Servizio, degnossi di darle un chiarissimo lume per conoscere pel quale siamo creati, ch'è di amare il Sommo Bene. 

A tali lumi del cielo restò talmente ferito il suo cuore, che cominciò ad odiare tutto ciò, che da prima tanto amava. Diede bando ad ogni vanità; si fece con gran dolore una confessione generale, e poi diede assiduamente meditare la Passione SS.ma di Gesù Cristo e i dolori acerbissimi della sua cara madre. Per isconto delle sue vanità, e per dare maggior gusto a Gesù, incominciò a fare frequenti digiuni, a straziare il delicato suo corpo con discipline, ed a praticare esattamente le sante virtù.