GELOSIA E INVIDIA

 

Il geloso si rattrista e si irrita della felicità, dei vantaggi, degli averi, dei talenti, delle virtù, del successo degli altri, deglo onori che ricevono, della stima di cui godono; si reallegra dei loro mali, dei loro insuccessi, dei loro difetti, delle loro prove. La gelosia è la tristezza del bene altrui, considera il bene degli altri come un male, che fa ombra la sua gloria e la sua superiorità. 

 

 

Siamo gelosi di coloro che vogliamo eguagliare o superare nella gloria. Gelosi tra i vicini; nessuno è geloso di quelli che sono lontani da lui, per luogo e per tempo poichè non rischiano di eclissarlo col propruo valore; gelosi tra coloro che gli sono vicini nell'uno e nell'altro modo. 

Chi riconosce di non potere, per mancanza di capacità, accedere ad un bene, ad una carica, ordinariamente si rasegna e non è geloso di chi, meglio dotato, può giungervi. Se lo è, ciò avvene perchè pensa che se non ci fosse lui, quest'onore gli sarebbe accessibile e crede di avere per questo un diritto uguale o superiore a quello del suo rivale o concorrente. 

 

Come la gelosia, l'invidia è un dispiacere, un'afflizione che si prova vedendo nel prossimo un bene bramato, ma è meno violenta e meno passionale. Tanto l'una che l'altra ispirano odio per colui che ci sembra più fortunato. 

A differenza della gelosia, l'emulazione non si rattrista dei vantaggi, del successo, del valore degli altri; li ammira invece e se è possibile cerca di eguagliarli, stimolando lo sforzo ed esplicando attività. 

 

 

Si odia colui di cui siamo gelosi; si può amare e in ogni caso si stima la persona della quale siamo emuli.