LA LINGUA NESSUN UOMO LA PUO' DOMARE

IMPARIAMO  A STARE  IN  SILENZIO  Giac 3, 1- 10

Ecco un altro disordine della vita del cristiano; le mancanze e gli effetti deleteri del parlare incontrolabile. La pericolosa inclinazione dell'uomo ad erigersi come presuntuoso maestro degli altri, era presnte nelle primitive comunità cristiane, a danno della pace interna e della carità fretaerna. La parola è il mezzo con il quale ogni uomo agisce, esce fuori di sè e si mette in relazione con i fratelli: può portarci fuori strada, può servire alla passione, può sconvolgere la nostra vit. Il cristiano però è colui che può dominare se stesso, essere < uomo perfetto > , custode del proprio comportamento spesso indominabile come un cavallo, incendiario come il fuoco, mortifero come un veleno, e sa porre la sua lingua a servizio di Dio nella lode e dei fratelli nell'amore.

La lingua e le parole , specialmente quando vengono usate per impancarsi a maestri senza esserlo o per accusare ingiustamente i fratelli, spezzano l'unione fra gli uomini e nella Chiesa. Ci deve essere libertà di parola nella Chiesa, ma senza spezzare la carità. Può accadere che prontezza a parlare, a insegnare e a contestare superi di gran lunga quella ad ascoltare, a recepire e a praticare la parola di Dio. Il silenzio , la meditazione e l'attuazione della parola sono oggi più necessari che mai, anche per liberarci dall'alienazione delle troppe parole e dei troppi messaggi, spesso corrosivi e dispersivi, che ci investono da ogni parte.