Davanti al Padre, anche i morti vivono

 
SIAMO CHIAMATI A VIVERE IN DIO PER SEMPRE ; LC 20, 27-38 
 
L'uomo è una realtà storica, vive nel tempo; si pone in continuità con un tempo trascorso da cui trae le possibilità di comprensione di tutto ciò che è per lui una ricchezza, costituisce  il suo valore; vive il presente come momento reale della sua coscienza e libertà; si rivolge al futuro per cogliere il significato del passato e del presente.
Il futuro, il non ancora, è per l'uomo la dimensione più radicale perchè condiziona le scelte, determina le sue realizzazioni. L'avvenire è sempre stato il banco di prova per tutte le ideologie, per tutte le speranze, per tutti gli ideali. Esso esercita una contestazione di tutti i miti, degli assoluti che l'uomo o la società può crearsi.
 
UN DIO VIVO PER I VIVI
Gesù rispondendo ai sadducei, che negano la risurrezione, afferma con forza che i morti risorgono e che Dio è il Dio dei vivi. 
Dio è un Dio vivo per uomini vivi. E' la sicurezza della nostra vita oggi. Da questa certezza nasce la gioia e la pace. La vita non fallisce perchè è salva dalla morte. Dio stesso darà compimento all'impegno dell'uomo nella storia al di là della storia, al di là della morte, la quale non è il limite ma la manifestazione, l'inizio della definitività di ciò che si è realizzato e a cui Dio ha fatto il dono del compimento.
Per noi che viviamo nel divenire, e difficile immaginare una vita definitiva. Ma noi attendiamo con speranza da Dio che davvero ci ha amati e ci ha promesso una consolazione eterna e una speranza felice. 
Gesù rigetta in maniera assoluta ogni rappresentazione che l'immaginazione umana può farsi del regno di Dio quando dice; I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie nè marito; e nemmeno possono più morire, perchè sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.