CHI SPERA NEL SIGNORE NON RESTA CONFUSO

La vita cristiana è una vita di speranza. I pagani sono coloro che < non hanno speranza >. La speranza non è rassegnazione, accettazione passiva della volontà di un Dio che non è conosciuto come Padre; non è neanche semplice ottimismo, visione rosea delle cose propria di un carattere felice e forse superficiale.Speranza è certezza che la vita nostra e del mondo è in buone mani. Certezza che Dio ha per ciascuno di noi migliori intenzioni e che la sua parola ottiene sempre ciò che promette. Che persino là dove l'uomopensa che gli avvenimenti siano contrari al piano di Dio o al progresso dell'umanità, Dio realizza la sua opera. La speranza della felice riuscita del mondo non ha dunque migliore appoggio della fede in Dio. Chi, invece, è rasegnato e sfiduciato, in definitiva non crede in Dio, nella sua potenza e nella sua bontà. La fiducia che dimostra nell'amore di Dio, diventa sicurezza incrollabile della vita del cristiano, che può mettere a fondamento della sua speranza in Gesù Cristo. L'incarnazione del Figlio di Dio, infatti, gli assicura che Dio ha preso sul serio la storia dell'uomo, fino al punto di farsi egli stesso partecipe di questa storia. La risurrezione di Gesù gli assicura che si realizzerà pienamente la liberazione definitiva dell'uomo e del mondo.

 

SINCERI CON DIO;

Non dire < Padre >; se ogni giorno non ti comporti da figlio.

Non dire < nostro >; se vivi isolato nel tuo egoismo.

Non dire < che sei nei cieli >; se pensi solo alle cose terrene.

Non dire < sia santificato il tuo nome > ; se non lo onori.

Non dire < venga il tuo regno >; se lo confondi con il successo materiale.

Non dire < sia fatta la tua volontà > ; se non l'accetti quando è dolorosa.

Non dire < dacci oggi il nostro pane >; se non ti preoccupi della gente che ha fame, senza cura e senza mezzi per vivere.

Non dire < perdona i nostri debiti > se conservi un rancore verso tuo fratello.

Non dire < non lasciarci cadere nella tentazione >; se hai intenzione di continuare a peccare.

Non dire < liberaci dal male >; se non prendi posizione contro il male.

Non dire < amen >; se non prendi sul serio le parole del PADRE NOSTRO.

 

VOI PREGATE COSI... PADRE NOSTRO ... ( Mt 6, 7- 15 ).

Nella preghiera non si tratta di piegare Dio alla nostra volontà con l'abilità di un avvocato che sa confondere le carte; ma di elevarci fino all'altezza della sua volontà sapiente e amante, per adorarla e farla nostra. No molte parole dunque, ma molta fede e molto amore . la parola < Padre > illumina tutta la preghiera del Signore; è la stessa parola che sgorgava dalle profondità infinite del cuore del Figlio, e deve manifestare la nuova realtà e il cuore nuovo < figli di Dio > ; essi dimenticano se stessi e cercano solo il Padre e il regno del Padre, con animo di figli chiedono il pane, il perdono e la salvezza dal maligno.

ABBA' - PAPA'..

Questa preghiera di cui Gesù ci ha fatto dono riassume tutto il suo insegnamento sulla preghiera. In essa colpisce prima di tutto la semplicità di espressione, la familiarità e la semplicità della paroal, > ABBA'- PAPA' >, la parola confidenziale del bambino; la semplicità delle domande, non precedute da lunga introduzione e senza una solenne conclusione. Colpisce, inoltre, il contenuto delle richieste al Padre; richieste per il nome di Dio, per il suo regno, per la sua volontà, prima delle richieste per le nostre necessità. Queste poi si distinguono per il loro realismo e la loro semplicità. Cosi questa preghiera riunisce armoniosamente il grandioso futuro divino e le realtà più umane e più quotidiane. Infine Gesù presenta una legge inequivocabile; non possiamo aprire bocca per sollecitare da Dio il perdono, se a nostra volta noi non siamo misericordiosi con il nostro prossimo.