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DI CHE COSA TI SEI INTERESSATO DI PIU??

  Ci troviamo in un mondo in cui preavle il sensibile e molte persone sono preoccupate più di apparire che di essere; profumi, saponi speciali, palestre, futing, lampade, cure per la pelle ecc.... Ma se è un bene che l'uomo si occupi del corpo, è un grosso errore che si occupi solo del...
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Preghiamo insieme

 PREGATE CON ME  A voi tutti lettori dei miei scritti , vi invito a pregare con me per ottenere da Dio la fine di questa pandemia COVID 19.  A te, Padre celeste, rivolgiamo i nostri cuori, meditando su quanto s. Paolo della croce ha detto e operato per evangelizzare i poveri ed...
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Suona allarme della coscienza

  Penso che tutti noi, nella vita abbiamo esperienza di avere commetere gli errori, nel compiere i nostri doveri come studenti, impiegati, vita in famiglia ecc... A me mi è capitata diverse volte, riconosco però che sono una persona limitata, perciò non mi disperò ma continuo ad avere la...
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ABBANDONARE IL MALE

Nessuno è perfetto... lo so, ognuno di noi ha il proprio male, e chi riesce a scoprilo è un saggio, un veritiero. Che cosa è il male ?? E' tutto ciò che è contrario al bene, al tuo bene, al bene comune.  Vuoi conoscere il tuo male ???? Fermati..! un pò di relax ci vuole, poi entri nella tua...
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SMETTI DI ODIARE

  RANCORE E IRA.  Orribili parole scritte nella Bibbia; rancore e ira i veri nemici della nostra vita quotidiana, nemici radicati nel nostro intimo * il proprio io *, nel profondo del nostro cuore fin dalla nostra esistenza.  Come possiamo mandare via l'ira e rancore dalla nostra...
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Grazie

Sapiamo che questa parola * GRAZIE * è nella bocca di tutti, e dire grazie sembra una cosa facile, sa che anche i cattivi la dicono.  Ma dire grazie quando ricevi un torto, un dispiacere è costa sacrificio, costa vita. Saper dire grazie a chi ti disturba è un segno che hai un cuore grande,...
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Ombre del superbo

  Tutte le cose sotto il cielo hanno le ombre, e nessuna può saltare la propria ombra.  Esistono, però le ombre, per chi desidera di non averle, non solo saltare oppure scanzonare la sua presenza , ma addirittura può eliminare per sempre. Chi è davvero vuol vivere in umiltà, con l'aiuto...
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Essere un gigante

Esistono delle persone che cercano  a tutti costi apparenza, vogliono sempre diventare più grande, più alto, più visibile da tutti. Non  rendono conto che diventando più alto, di conseguenza fanno l'ombre a tutti i vicini che sono più bassi. Queste sono le persone malatte di...
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Sei un cristiano ???

Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi ha fede, pregare è un bisogno. L'uomo che prega è sereno, non si lascia prendere dalla sfiducia,  non si smarrisce nella prova, si sente sempre vicino a Dio. Ogni uomo cerca la pace e la felicità. La preghiera è una esperienza che dà...
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Chiedi a Gesù la docilità...

O Gesù Redentore, io mi consacro a te, per essere una cosa sola con te, tu in me e io in te. Sei tu che vuoi vivere, amare e operare in me, come la vite che produce molto frutto nel tralcio. Ch'io mi lasci fare da te, con la massima fiducia e docilità. Per questo tu mi comandi di diventare piccolo,...
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Non temere piccolo gregge ...!!!!

SIATE PRONTI ; LUCA 12,32-48

Non c'è motivo per aver paura; perchè al Padre vostro è piaciuto dare a voi il regno. Rassicurazione di Gesù di fronte alla paura dei discepoli attraverso la metafora del gregge e del buon pastore. Occorre temere i falsi profeti. Il Padre vuole che non si perda nessuno, Egli ci donerà ogni cosa. Un posto ci è stato preparato fin dalla fondazione del mondo, Siamo eredi con il Figlio. 

Accogliamo la ricchezza del possesso di Dio, unico bene. dio solo basta. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiamo , un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perchè, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Gesù aveva detto di non accumulare beni. La vita nuova in Cristo diventa il criterio per il possesso di qualsiasi bene. 

Siate pronti; questo è l'impegno nostro quotidiano, occorre essere pronti per prendere possesso del regno, dopo aver lasciato ogni cosa. La viglilanza è fondamentale per il cristiano. Più che un atteggiamento morale è la sua condizione di vita, ormai rivestito di Cristo e dedito al suo Regno.

L'incontro con Dio;

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro !

E' sorprendente il gesto del padrone che si mette a servire i servi. E' ciò che ha fatto Gesù lavando i piedi ai discepoli. 

Il tempo;

Cercate di capire questo; se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro , non si lascerebbe scassinare la casa.  Un argomento per la vigilanza è il fatto che non si sa quando il Signore verrà. Sia il giorno del giudizio finale che quello della morte individuale sono sconosciuti. La sua venuta non può essere prevista. Questo impressionò molto i discepoli. 

Anche voi tenetevi pronti, perchè nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo. Allora Pietro disse; Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti ?

Pietro, il suo uomo vecchio, pensa ancora a qualche privilegio, avendo abbandonato ogni cosa per andare con Gesù. Gesù aiuta a maturare la coscienza di Pietro rispondendo indirettamente con parabola del buon amministratore. 

La conversione è un processo che dura tutta la vita, anche per coloro che si sentono vicini al Signore, Ma senza rimandare la nostra conversione a un domani imprecisato, sapendo che il padrone arriverà un giorno in cui nessuno lo aspetta. 

 

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PADRE NOSTRO

SIGNORE , INSEGNACI A PREGARE ; LUCA 11,1-13

Gesù che prega provoca nei discepoli il desiderio di pregare come lui. E' evidentemente , una preghiera che ha dei riflessi esterni davvero speciale che, certamente , si ripercuotono sulla sua predicazione. I discepoli comprendono che una tale preghiera è molto diversa da quella insegnata dagli altri maestri spirituali di Israele e anche dallo stesso precursore di Gesù, per questo gli chiedono di insegnare loro la sua preghiera.  in questo modo, la preghiera che Gesù trasmette ai suoi diventa l'espressione caratteristica del loro ideale e della loro identità, del loro modo di rapportarsi con Dio e fra di loro.

PADRE;

La prima cosa  che Gesù insegna a proposito della preghiera è chiamare Dio con il nome di * Padre *. Per un ebreo del I sec; il rapporto con il padre era fatto di intimità, ma anche di riconoscimento della sua sovranità su ciascun membro della famiglia. Ciò si è riflesso sull'uso cristiano di chiamare Dio * Padre *.

PADRE SIA SANTIFICATO IL TUO NOME; 

E' Dio, nel messaggio dei profeti d'Israele, che santifica il proprio nome ( cioè se stesso ), il nome è la persona, intervenendo con potenza nella storia umana, nonostante Israele e gli altri popoli lo abbiano disonorato. 

Il soggetto del verbo * santificato * in Lc 11, 2, è Dio stesso. Ciò significa che la prima richiesta di questa preghiera non riguarda l'uomo e il suo indiscutibile impegno di onorare e rispettare Dio, ma Dio Padre stesso che deve fare in modo di farsi riconoscere tale da tutti gli uomini. Si chiede, quindi, a dio che si riveli nella sua sovrana grandezza; è una invocazione dal tono escatologico, strettamente legata con la successiva.

VENGA IL TUO REGNO; 

Il grande evento annunciato da Gesù è la vicinanza definitiva del Regno di Dio agli uomini. La preghiera di Gesù e del cristiano, dunque, è in stretta sintonia con quest'annuncio. Chiedere nella preghiera che questo regno sia sempre più visibilmente presente ottiene, infatti, due effetti; un cristiano che prega si confronta con il disegno escatologico di Dio, ma anche si pone in una radicale disponibilità verso questa sua volontà di salvezza. 

Dunque , se è vero che a Dio Padre si può e si deve manifestare ogni propria necessità, è altettanto vero che la preghiera cristiana  non è mai finalizzata all'uomo, non è mai una richiesta egoistica dell'uomo, ma il suo fine ultimo è glorificare Dio, invocare la sua piena vicinanza, la sua completa manifestazione. 

DACCI OGNI GIORNO IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO;

Il pane è il cibo più necessario, l'allimento primario, al tempo di Gesù come oggi. Quì però, + pane + indica il cibo in generale e anche, più ampiamente , ogni genere di necessità materiale dei discepoli. Il discepolo che sta pregando in questo modo è cosciente di non avere molte sicurezze materiali per il futuro, nemmeno a proposito del proprio nutrimento quotidiano; egli ha davvero * lasciato tutto * per seguire il cristo. 

PERDONA A NOI I NOSTRI PECCATI, ANCHE NOI INFATTI PERDONIAMO A OGNI NOSTRO DEBITORE;

Immerso nella salvezza donata dal padre con l'avvento del suo regno, il cristiano sa di essere perdonato in anticipo da ogni colpa. Questo lo mette nella condizione e nell'obbligo di perdonare gli altri, consentendo a Dio di rendere definitivo il perdono per il credente capace di perdonare.

Un comportamento del cristiano che non fosse in sintonia con la salvezza già ricevuta da Dio in Cristo, renderebbe vano per lui il perdono già ricevuto. 

 

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Amiche di Gesù

MARTA RICEVE GESU' IN CASA;  LUCA 10,38-42

Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 

Maria ascolta la parola, Marta si dedica al servizio. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per molti srvizi. Una cena normale in casa, in famiglia. Mentre alcuni parlano, altri preparano il cibo. I due compiti sono importanti e necessari, complementari soprattutto quando si tratta di accogliere qualcuno che viene da fuori. Nell'affermare che * Marta era distolta per i molti servizi , Luca evoca i  settantadue discepoli anche loro occupati in molte attività del servizio missionario.

MARTA RECLAMA E CHIEDE A GESU' DI INTERVENIRE;

Marta fattasi avanti, disse; Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire ? Dille dunque che mi aiuti ! Un'altra scena famigliare, però non tanto normale. Marta si sta occupando da sola della preparazione del cibo, mentre Maria è seduta e sta conversando con Gesù. Marta reclama. Forse Gesù interferisce e dice qualcosa alla sorella per vedere se l'aiuta nel servizio. Marta si considera una serva e pensa che il servizio di una serva è quello di preparare il cibo e che il suo servizio in cucina è più importante di quello di sua sorella che conversa con Gesù. per Marta, ciò che fa Maria non è servizio, poichè dice; Non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire ? Ma Marta non è l'unica serva. Anche Gesù assume il ruolo di servo, cioè del Servo annunciato dal profeta Isaìa. Isaìa aveva detto che il servizio principale del servo è quello di stare davanti a dio in ascolto di preghiera per poter cogliere uan parola di conforto a coloro che sono sfiduciati. Diceva  il Servo; Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perchè io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. 

RISPOSTA DI GESU';

Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola c'è bisogno, Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta. Una risposta bella e molto umana. Per Gesù, una buona conversazione con persone amiche è importante e perfino più importante del mangiare. Gesù non è d'accordo con la preoccupazione di Marta. Lui non vuole che la preparazione del pranzo interrompa la conversazione. Ed è come se dicesse; Marta.. non c'è bisogno di preparare tante cose ! Basta una piccola cosa ! E dopo vieni a partecipare nella conversazione, cosi bella! Questo è il significato principale cosi semplice e umano delle parole di Gesù. A Gesù piace una buona conversazione. 

 

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Chi è il mio prossimo ???

CHE COSA DEVO FARE PER EREDITARE LA VITA ETERNA ?? ; LUCA 10,25-37
 
Per Luca; Gerusalemme è la città dove si realizza la salvezza , e il viaggio di Gesù verso la città è un tema centrale.  Il racconto di Luca comincia nella città santa e finisce nella medesima città. In questa sezione centrale, Luca ripeterà con insistenza il fatto che Gesù si dirige verso Gerusalemme . In questo testo che si narra la parabola del buon Samaritano nel contesto della discussione con un dottore della legge sul grande comandamento, troviamo di nuovo il tema di un viaggio, questa volta da Gerusalemme verso Gerico. La parabola fa parte di questa sezione centrale del vangelo che comincia con Gesù pellegrino verso Gerusalemme con i suoi discepoli. Mandandoli avanti a lui per preparare la sua fermata in un villaggio di Samaritani trovano soltanto ostilità proprio perchè erano diretti verso Gerusalemme. I Samaritani evitavano i pellegrini diretti verso gerusalemme e mostravano ostilità verso di loro. Subito dopo questo fatto Gesù manda settantadue discepoli in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Settantadue è il numero tradizionale delle nazioni pagane.
 
 UNA TRAPPOLA PER GESU';
Il maestro della legge conosce bene la Bibbia,e sa che nel libro del Levitico è scritto; Non mantenere odio contro un fratello.. Non vendicatevi contro i vostri connazionali. Ciascuno di voi deve amare il suo prossimo come se stesso. Spiegando queste parole della Bibbia, i maestri della legge insegnavano che il prossimo erano i fratelli, i connazionali. Gli stranieri, gli infedeli, non erano tali. Vuole quindi provocare Gesù a dire pubblicamente se dà una spiegazione della Bibbia diversa da quella che insegnano loro, maestri della legge. E Gesù accetta; rovescia la spiegazione tradizionale della Bibbia, e afferma che Dio comanda di amare tutti, anche gli  estranieri e i neminci. Cosi deve vivere e comportarsi chi vuol entrare nel regno di Dio. La risposta di Gesù al maestro della legge è una parabola.
 
BUON SAMARITANO;
La strada che scendeva da Gerusalemme a Gerico era strada solitaria, tortuosa, incasaata tra rocce scoscese. chi la percorreva ai tempi di Gesù impiegava dalle cinque alle sei ore, e doveva guardarsi dai ladroni, che assaltavano i viandanti e li derubavano di tutto. Un povero, racconta Gesù era stato derubato, bastonato e alla fine gettato ai margini della strada mezzo morto. Sulla strada passano un sacerdote e un levita ma non si curano di quell'uomo, probabilmente per paura di contaminarsi. 
Ed ecco passare un uomo di Samaria, uno straniero che normalmente gli ebrei considerano come un nemico. Vede il ferito e si fa prossimo, si fa vicino; si interessa di lui, lo aiuta, spende tempo e denaro per farlo curare.
 
VA' ANCHE TU FAI COSI;
Gesù domandò al maestro della legge; Chi di questi sembra sia stato prossimo ? Rispose; Chi ha avuto compassione di lui. Gesù allora disse; Và e anche tu fai cosi.
Con queste parole Gesù invita i cristiani a farsi prossimo al debole, andargli vicino, interessarsi delle necessità. In una parola; invita i cristiani ad annulare la lontananza. Qualcuno è lontano, andategli vicino, fatevi suo prossimo. Cosi renderete anche lui vostro vicino, vostro prossimo. Come Gesù ha spiegato, * amare il prossimo * non vuol dire amare i parenti e i connazionali, ma amare tutti, specialmente quelli che sono in difficoltà e hanno bisogno del nostro aiuto.  Il motivo ?? Dio ci chiama ad essere suoi figli e a vivere come fratelli, qualunque sia il colore della nostra pelle, il luogo dove siamo nati, l'età che abbiamo.
 
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Vi mando come agnelli in mezzo a lupi

L'INVIO DEI 72 DISCEPOLI ; LC 10, 1-12.17-20

Gesù invia i discepoli a due a due; Ciò favorisce l'aiuto reciproco, e così la missione non è individuale, bensi comunitaria. 

Il primo compito è quello di pregare perchè Dio mandi operai. Tutti i discepoli di Gesù devono sentirsi responsabili della missione. Per questo devono pregare il Padre, per la continuità della missione. Gesù invia i suoi discepoli come agnelli in mezzo a lupi. La missione è un compito difficile e pericoloso. E il sistema in cui vivevano ed in cui ancora viviamo era e continua ad essere contrario alla rioeganizzazione della gente in comunità vive. Chi, come Gesù, annuncia l'amore in una società organizzata a partire dall'egoismo individuale e collettivo, sarà agnello in mezzo ai lupi, sarà crocifisso.

L'OSPITALITA'

I discepoli di Gesù non possono portare nulla, nè borsa, nè sandali. Solo devono portare la pace. Ciò significa che devono confidare nell'ospitalità della gente. Cosi il discepolo che va senza nulla, portando solo la pace, mostra che ha fiducia nella gente. Pensa che sarà accolto e la gente si sente rispettata e confermata. Per mezzo di questa pratica i discepoli criticavano le leggi dell'esclusione e riscattavano gli antichi valori della convivenza comunitarià del popolo di Dio. Non salutare nessuno lungo la strada significa che non si deve perdere tempo con le cose che non appartengono alla missione. E' possibile che si tratti di un'evocazione dell'episodio della morte del figlio della sunammita, dove Eliseo dice al servo; Parti ! Se incontrai qualcuno, non salutarlo, perchè si trattava di un caso di morte. Annunciare la Buona Novella di dio è un caso di vita o di morte !

LA CONDIVISIONE;

I discepoli non devono andare da una casa all'altra, ma rimanere nella stessa casa. Cioè devono convivere in modo stabile, partecipare alla vita e al lavoro della gente del luogo e vivere di ciò che ricevono in cambio, perchè chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione. E così, per mezzo di questa nuova pratica, loro riscattavano una delle più antiche tradizioni del popolo di Dio, criticando la cultura di accumulazione che segnava la politica dell'Impero romano e annunciavano un nuovo modello di convivenza umana. 

SCUOTERE LA POLVERE DAI SANDALI;

Come intendere questa minacia così severa ? Gesù non è venuto a portare una cosa totalmente nuova. E' venuto a riscattare i valori comunitari del passato; l'ospitalità, la condivisione, la comunione attorno alla mensa, l'accoglienza degli esclusi. Ciò spiega la severità contro coloro che rifiutano il messaggio. Ma loro non rifiutano qualcosa di nuovo, bensì il loro passato, la propria cultura e saggezza! Il programma di Gesù ai 72 discepoli aveva lo scopo di scavare nella memoria, di riscattare i valori comunitari della più antica tradizione, di ricostruire la comunità e di rinnovare l'alleanza, di rifare la vita e così di fare in modo che Dio diventi di nuovo la grande Buona Notizia per la vita umana.

IL NOME SCRITTO NEL CIELO;

I discepoli ritornano dalla missione e si riuniscono con Gesù per valutare quanto fatto. Cominciano a raccontare. Informano con molta gioia che, usando il nome di Gesù, sono riusciti a scacciare i demoni! Gesù li aiuta nel discernimento. Se loro riescono a cacciare i demoni, è proprio perchè Gesù ha dato loro potere. Stando con Gesù non potrà succedere loro nulla di male. E Gesù dice che la cosa più importante non è scacciare i demoni, ma avere il loro nome scritto nel cielo. Avere il proprio nome scritto nel cielo vuol dire avere la certezza di essere conosciuti e amati dal Padre. 

 

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La formazione dei discepoli

TI SEGUIRO' ; LUCA 9,51-62

Il processo di formazione dei discepoli era esigente, lento e doloroso. Perchè non è facile far nascere in loro una nuova esperienza di Dio, una nuova visione della vita e del prossimo. E' come nascere di nuovo ! La mentalità antica rinasce e riappare nella vita delle persone, delle famiglie e delle comunità. Gesù non lesina sforzi per formare i suoi discepoli e le sue discepole. dedicava a questo molto tempo. Non sempre ebbe successo. Giuda lo tradì, Pietro lo rinnegò e, nel momento della prova, tutti lo abbandonarono. Solamente le donne e Giovanni rimasero vicini a lui, accanto alla croce. Ma lo spirito santo che Gesù ci mandò dopo la sua risurrezione, completò l'opera iniziata da lui.

Luca parla di molti altri casi per indicare come faceva Gesù per formare i discepoli e aiutarli a superare la mentalità ingannevole dell'epoca.

In Luca 9,46-48 i discepoli discutono tra di loro per sapere chi è il più grande. Quì, la mentalità competitiva e di lotta per il potere, caratteristica della società dell'Impero romano, si infiltrava già nella piccola comunità di Gesù che stava appena iniziando!  Gesù ordina di tenersi la mentalità contraria. Prende un bambino, se lo mette accanto e si identifica con lui dicendo; Chi accoglierà un bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. I discepoli discutevano su chi fosse il più grande, e Gesù ordina di guardare e accogliere il più piccolo! Ed è questo il punto su cui Gesù insistette maggiormente e su cui sempre rese testimonianza; Non sono venuto per essere servito, ma per servire.

In Luca 9, 49-50, una persona che non era del gruppo dei discepoli si serviva del nome di gesù per scacciare i demini.  Giovanni vide e intimò; Impediamoglielo perchè non lo conosciamo. In nome della comunità, Giovanni impedisce una buona azione! Lui si credeva padrone di Gesù e voleva proibire che altri usassero il nome di Gesù per fare il bene. Voleva una comunità chiusa in se stessa. Quì si manifesta la vecchia mentalità del * Popolo eletto, popolo separato *. Gesù risponde; Non glielo impedite, perchè chi non è contro di voi è per voi. L'obiettivo della formazione non può condurre a un sentimento di privilegio e di esclusività, bensì a un atteggiamento di servizio.  Per Gesù, ciò che importa non è se la persona fa parte o meno della comunità, bensì se fa o meno il bene che la comunità deve fare. 

Ecco alcuni esempi del modo in cui Gesù educa i suoi discepoli e discepole. Una maniera di dare forma umana all'esperienza che lui stesso aveva di dio Padre;

- Li coinvolge nella missione e al ritorno fa la revisione con loro 

- Li corregge quando sbagliano.

- Li aiuta a discernere, li interpella quando sono lenti, li prepara per il conflitto.

- Riflette con loro sui problemi del momento, li manda a osservare la realtà.

- Li confronta con le necessità della gente, insegna che le necessità della gente sono al di sopra delle prescrizioni rituali.

- Li difende quando sono criticati dagli avversari, si occupa del loro riposo e pensa alla loro alimentazione.

- Passa dei momenti solo con loro per poterli istruire, insiste sulla vigilanza e insegna a pregare.

             

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La professione di fede di Pietro

 VOI CHI DITE CHE IO SIA??,  LUCA 9,18-24

Essi risposero; Giovanni Battista; altri dicono Elia;Giovanni Battista; altri dicono Elia, altri uno degli antichi profeti che è risorto.

Come Erode, molti pensavano che Giovanni fosse risorto in Gesù.  Era credenza comune che il profeta Elia dovesse ritornare . E tutti alimentavano la speranza della venuta del profeta promesso da Mosè.

LA DOMANDA DI GESU' AI DISCEPOLI;

Dopo aver ascoltato le opinioni degli altri, Gesù chiede; ma voi, chi dite che io sia ? Pietro rispose; Il Cristo di dio !  Pietro riconosce che Gesù è colui che la gente sta aspettando e che viene a realizzare le promesse. Luca omette la reazione di Pietro che cerca di dissuadere Gesù dal seguire il cammino della croce ed omette anche la dura critica di Gesù a Pietro.

LA PROIBIZIONE DI RIVELARE CHE GESU' E' IL CRISTO DI DIO;

Gesù ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. A loro fu proibito di rivelare alla gente che Gesù è il Cristo, cioè il Messia di Dio Perchè Gesù lo proibì ? In quel tempo tutti aspettavano la venuta del Cristo, del Messia, ma ognuno di loro a modo suo; alcuni aspettavano un re, altri un sacerdote, altri un dottore, un guerriero, un giudice, o un profeta ! nessuno sembrava aspettare il messia servo, anunciato da Isaìa. Chi insiste nel mantenere l'idea di Pietro, cioè del Messia glorioso senza la croce, non capisce nulla e non giungerà mai ad assumere l'atteggiamento del vero discepolo. Continuerà a camminare nel buio, come Pietro, scambiando le gente per alberi. perchè senza la croce è impossibile capire chi è Gesù e cosa significa seguire Gesù. per questo, Gesù insiste di nuovo sulla croce e più avanti fa il secondo annuncio della sua passione, morte e risurrezione.

                

IL PRIMO ANNUNCIO DELLA PASSIONE;

Gesù comincia a insegnare che lui è il Messia servo e afferma che, come il Messia servo annunciato da isaìa, presto sarà messo a morte nello svolgimento della sua missione di giustizia. Luca è solito seguire il vangelo di Marco, ma quì omette la reazione di pietro che consigliava Gesù di pensare al messia sofferente e omette anche la dura risposta; Và dietro ame, satana! Perchè non pensi secondo Dio, ma secondo degli uomini! Satana è una parola ebraica che significa accusatore, colui che allontana gli altri dal cammino di Dio. Gesù non permette che Pietro si allontanì dalla sua missione. E Gesù aggiunge; Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

LA SEQUELA DI GESU';

Poi, a tutti, diceva; Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. La comprensione piena della sequela di gesù non si ottiene mediante l'istrizione teorica, ma mediante l'impegno pratico, camminando con lui lungo il cammino del servizio, dalla galilea fino a gerusalemme. Il cammino della sequela è il cammino del dono di sè, dell'abbandono, del servizio, della disponibilità, dell'accettazione del conflitto, sapendo che ci sarà risurezzione. la croce non è un incidente di percorso, fa parte di questo cammino. Perchè in un mondo organizato su principi egoistici, l'amore e il servizio possono esistere solo crocifissi! Chi fa della sua vita un servzio agli altri, scomoda coloro che vivono afferrati ai privilegi, e soffre.

            

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Il coraggio della donna peccatrice ad incontrare Gesù....

GESU' ACCOGLIE E DIFENDE LA DONNA ; LC,36-8,3

Una donna considerata peccatrice nella città ha il coraggio di entrare nella casa di Simone, un fariseo, durante il pranzo, per incontare Gesù, lavargli i piedi e coprirli di baci e profumo. Tre persone totalmente diverse si incontrano; Gesù, un fariseo e una donna di cui si diceva che era peccatrice. Gesù si trova nella casa di simone, un fariseo che lo aveva invitato a mangiare da lui. Una donna donna entra, si inginocchia ai piedi di Gesù, comincia a piangere, bagna con le sue lacrime i piedi di Gesù, si scioglie i capelli per asciugare i piedi di Gesù, li bacia e li unge con profumo. era un gesto di indipendenza quello di scioglersi i capelli in publico. Questa situazione si crea un dibattito .

LA RISPOSTA DEI FARISEI E LA RISPOSTA DI GESU';

Gesù non si tira indietro, non sgrida la donna, bensì accoglie il suo gesto. Accoglie una persona che, secondo i giudei osservanti dell'epoca, non poteva essere accolta. Il fariseo, osservando la scena, critica Gesù e condanna la donna; * Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è e di qual genere è la donna che lo tocca; è una peccatrice ! *. Gesù si serve di una parabola per rispondere alla provocazione del fariseo. Una parabola che aiuterà il fariseo e tutti noi a percepire l'appello invisibile dell'amore di Dio che si rivela nell'episodio. 

LA PARABOLA DEI DUE DEBITORI E LA RISPOSTA DEL FARISEO;

La storia della parabola dice quanto segue. Un creditore aveva due debitori. Uno gli doveva 500 denari e un altro 50. Un denaro era il slario di una giornata. Il salario di cinquecento giorni ! Nessuno dei due aveva con che pagare. Tutti  e due sono stati perdonati. Quale dei due lo amerà di più ? Risposta del fariseo; Lo amerà di più colui al quale ha condonato di più. La parabola suppone che, prima, i due, sia il fariseo come pure la donna, abbiano ricevuto qualche favore da parte di Gesù. E ora, nell'atteggiamento che assumono dinanzi a Gesù, i due mostrano come apprezzano il favore ricevuto. Il fariseo mostra il suo amore, la sua gratitudine, invitando Gesù a mangiare a casa sua. la donna mostra il suo amore, la sua gratitudine con lacrime, con baci e con il profumo. Quale dei due gesti rivela maggior amore; mangiare o i baci e il profumo ? la misura dell'amore dipende forse dalla misura del regalo ?

GESU' APPLICA LA PARABOLA E DIFENDE LA DONNA;

Dopo aver ricevuto la risposta corretta del fariseo, Gesù applica la situazione creatasi con l'entrata della donna a metà del pranzo. lui difende la donna peccatrice contro la critica dle giudeo praticante. ciò che Gesù ripete al fariseo di tutti i tempi è questo; Colui al quale fu perdonato poco, ama poco!. La sicurezza personale che io, fariseo, mi creo con la mia osservanza delle leggi di dio e della chiesa, molte volte, mi impedisce di sperimentare la gratuità dell'amore di Dio che perdona. Ciò che importa non è l'osservanza della legge in sè, bensì l'amore con cui osservo la legge. Usando i simboli dell'amore della donna peccatrice, Gesù risponde al fariseo che si considerano giusto; Vedi questa donna ? Sono entrato in casa tua e non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. per questo io ti dico; sono perdonati i suoi molti peccati, poichè ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco. E' come se dicesse; Simone, malgrado tutto il banchetto che mi offri, tu hai poco amare!. Perchè ? 

E' la consapevolezza di essere perdonati gratuitamente che fa sperimentare l'amore di Dio. Il fariseo, chiamando la donna * peccatrice *, si considera uomo giusto, osservante e praticante. come il fariseo dell'altra parabola che diceva; O Dio, ti ringrazio perchè non sono come questo pubblicano . Simone deve aver pensato; O Dio, ti ringrazio, perchè non sono come questa donna peccatrice ! Ma chi ritornò giustificato a casa sua non fu il fariseo, bensì il pubblicano che aveva detto; O Dio abbi pietà di me peccatore. I farisei da sempre si considerano senza peccato, perchè in tutto osservano la legge di dio, vanno a Messa, pregano, danno l'elemosina, pagano le tasse. Mettono la loro sicurezza in ciò che fanno per Dio, e non nell'amore e nel perdono di dio per loro. per questo, Simone, il fariseo, non può sperimentare la gratuità dell'amore di Dio. 

            

L'AMORE FA NASCERE IL PERDONO, IL PERDONO FA CRESCERE L'AMORE;

Gesù dichiara alla donna; I tuoi peccati sono perdonati. Allora gli invitati cominciano a pensare; Chi è costuì che perdona perfino i peccati ? Ma Gesù dice alla donna; la tua fede ti ha salvata, và in pace ! Quì appare la novità dell'atteggiamento di Gesù. Lui non condanna, bensì accoglie. Ed è la fede che accoglie la donna a ricomporsi ad incontrarsi con se stessa e con Dio. nel rapporto con Gesù, irrompe in lei una forza nuova che la fa rinascere. Sorge in noi una domanda importante. La donna, peccatrice nella città, avrebbe fatto ciò che fece se non avesse avuto la certezza assoluta di essere accolta da Gesù? Ciò significa che  per i poveri della Galilea di quell'epoca, Gesù era una persona di assoluta fiducia. Possiamo aver fiducia in lui. Lui ci accoglie !. Forse che gli emarginati di oggi possono avere questa stessa certezza rispetto a noi cristiani ?

 

 

 

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La compassione di Gesù

NON PIANGERE; LC 7,11-17

E' la compassione che spinge a parlare e ad agire. Compassione significa letteralmente * soffrire con *, assumere il dolore dell'altra persona, identificarsi con lei, sentire con lei il dolore. E' la compassione che mette in azione in Gesù il potere, il potere della vita sulla morte, il poetere creatore.

RAGAZZO, DICO A TE  ALZATI !!

Gesù si avvicina alla bara e dice; ragazzo, dico a te, àlzati !!. Ed il morto si levò  a sedere e cominciò a parlare. Ed egli lo diede a sua madre. A volte, nel momento di un grande dolore causato dalla morte di una persona amata, la gente dice; * Al tempo di Gesù, quando Gesù camminava su questa terra, c'era speranza di non perdere una persona amata perchè Gesù poteva risuscitarla *.  Queste persone considerano l'episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain come un evento del passato che suscita nostalgia e anche una certa invidia. L'intenzione del vangelo non è invece quella di suscitare nostalgia o invidia, bensì di aiutarci a sperimentare meglio la presenza viva di Gesù in mezzo a noi. E' lo stesso Gesù, capace di vincere la morte e il dolore della morte, che continua ad essere vivo in mezzo a noi. Lui è con noi oggi e dinanzi ai problemi del dolore che ci abbattono, ci dice; * Dico a te, alzati *.

  MERAVIGLIE;

Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo; * Un grande profeta è sorto tra noi *, e dio ha visitato il suo popolo. 

La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. E' il profeta che fu annunciato da Mosè. Il Dio che viene a visitarci è il * Padre degli orfani e il protettore delle vedove.

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La pecora smarrita è ritrovata

 

La vera conversione ; Lc 15,3-7

CHI DI VOI.......

Bisogna partire da questa domanda fortissima di Gesù; * Chi di voi ...*, rivolta ai suoi interlocutori di quel momento, ma rivolta ancora oggi anche a noi. Siamo messi seriamente di fronte a noi stessi, per capire chi siamo, come siamo nel profondo.  Chi è un vero uomo fra voi ?, dice Gesù. Come pochi versetti più sotto dirà; Chi donna ?. E' un pò la stessa domanda che poneva il salmista, dicendo; Che cos'è l'uomo ? e che ripeteva Giobbe, parlando con Dio; Che cos'è quest'uomo ?

Dunque, noi quì, in questo brevissimo racconto di Gesù, in questa parabola della misericordia, troviamo la verità; arriviamo a comprendere chi è davvero uomo, tra noi. Ma per far questo, occorre che noi incontriamo Dio, nascosto in questi versetti, perchè con lui dobbiamo confrontarci, in lui rispecchiarci e trovarci.  Il comportamento del pastore con la sua pecora ci dice cosa dobbiamo fare, come dobbiamo essere e ci svela coem siamo in realtà, mette a nudo le nostre piaghe, la nostra profonda malattia. Noi, che ci crediamo dèi, non siamo nemmeno uomini. 

NOVANTANOVE --  CONFRONTO CON -- UNO....

Ecco che la luce di Dio ci pone subito a confronto con una realtà molto forte, sconvolgente per noi. Incontriamo, in questo vangelo, un gregge, uno come tanti, abbastanza numeroso, forse di un uomo benestante; cento pecore. Numero perfetto, sibolico, divino. La pienezza dei figli di Dio, tutti noi, ciascuno, uno per uno, nessuno può rimanere escluso. Ma in questa realtà succede una cosa impensabile; si crea una divisione enorme, squilibrata al massimo. da una parte 99 pecore e dall'altra una sola. Non c'è alcuna proporzione accettabile. Eppure queste sono le modalità di dio. Ci viene subito da pensare e da chiederci a quale dei due gruppi noi apparteniamo. Siamo fra le 99 ? O siamo quell'unica, quella sola, così grande, così importante da fare da controparte a tutto il resto del gregge ?

Guardiamo bene al testo. La pecora unica, quella sola, emerge subito dal gruppo perchè si perde, si smarrisce, vive, insomma, un'esperienza negativa, pericolosa, forse mortale. ma sorprendentemente il pastore non la lascia andare via così, non se ne la va le mani; anzi, abbandona le altre, che erano rimaste con lui e va in cerca di lei. possibile una cosa del genere ' Un abbandono di queste dimensioni può essere giustificato ? Quì cominciamo ad entrare in crisi, perchè sicuramente ci era venuto spontaneo classificarci tra le 99, e rimaste fedeli. E invece il pastore se ne va e corre a cercare quella cattiva, quella che non meritava niente, se non la solitudine e l'abbandono che si era cercata da sè. 

E poi cosa succede ? Il pastore non si arrende subito, non pensa neanche di tornare indietro, sembra non preoccuparsi delle altre sue pecore, le 99. Il testo dice che lui * va in cerca di quella perduta, finchè non la trova *. E' interessantissima la frase * va in cerca di *; sembra quasi una fotografia del pastore, che solo quella pecorella e la cerca col cuore e col pensiero. scruta il terreno, cerca le sue orme, che lui sicuramente conosce e che ha inciso nelle sue palme; interroga in silenzio, per sentire se c'è ancora l'eco lontana dei suoi belati. La chiama per nome, le ripete il loro segnale convenzionale, quello col quale ogni giorno l'ha accolta e accompagnata . E finalmente la trova. Sì, non poteva che essere così. Ma non c'è punizione, non violenza, non durezza. solo un amore infinito e una gioia traboccante. Dice Luca; pieno di gioia se la carica sulle spalle. E fa festa , a casa, con gli amici e i vicini. Il testo non racconta nemmeno che il pastore sia tornato nel desrto a riprendere le altre 99.

Davanti a tutto questo è chiaro, che dovremmo essere noi quell'unica, quella sola pecora, così tanto amata, così preferita. Dovremmo riconoscere che ci siamo smarriti, che abbiamo peccato, che senza il pastore non siamo nulla. E' questo il grande passaggio che la parola del vangelo ci chiama a compiere, oggi; liberarci dal peso della nostra presunta giustizia, deporre il giogo della nostra autosufficienza e metterci, anche noi, dalla parte dei peccatori, degli impuri, dei ladri. Ecco perchè Gesù comincia chiedendoci; Chi di voi....

  NEL DESERTO.....

Questo è il luogo dei giusti, di chi si crede a posto, senza peccato, senza machia. Non sono ancora entrati nella terrapromessa, stanno al di fuori, lontano, esclusi dalla gioia,  dalla misericordia. come quelli che non hanno accettato l'invito al banchetto del re e si sono tirati indietro, chi con una scusa, chi con un'altra.

Nel deserto e non nella casa, come quell'unica. Non alla tavola del pastore, dove c'è pane buono e sostanzioso , dove c'è il vino che rallegra il cuore. la tavola imbandita del Signore; il suo Corpo e il suo Sangue. Dove il Pastore diventa Egli stesso pecora, agnello immolato, cibo di vita.

Chi non ama il fratello, chi non apre il cuore alla misericordia, come fa il pastore del gregge, non può entrare nella casa, ma rimane fuori. Il deserto è la sua eredità, la sua dimora. E lì non c'è cibo, nè acqua, non pascoli, nè recinto per le pecore.

 

Continua...


 

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