RICHIAMO GENERALE

 
Intervento  di Mons. Pepe; Capoufficio per la vita monastica.
Richiamo generale al compito di * cura della vita consacrata * proprio della missione della CIVCSVA.
 
L'articolo 105 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus, sulla Curia Romana, nel delineare l'idendità e la missione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica, afferma che essa ha il compito di promuovere e di regolare la pratica dei consigli evangelici, come viene esercitata nelle forme approvate di vita consacrata, ed insieme l'attività delle società di vita apostolica in tutta la Chiesa latina.
 
E' chiaro che la Congregazione prima di regolare e disciplinare le forme di vita consacrata ha compito di promuovere. Dunque l'azione principale è promozionale, cioè favorire l'incremento e lo sviluppo della vita consacrata. 
 
Tra le varie forme di Vita consacrata ci sono anche la vita monastica e la vita claustrale che sono oggetto di cura e di promozione da parte della Congregazione. Purtroppo oggi la maggior parte dei monasteri vive una certa stnachezza dovuta a tanti fattori, sia interni che esterni. In alcuni casi si avverte anche un certo smarrimento carismatico, per questo la Congregazione procura che i monasteri, come anche gli altri istituti di vita consacrta, crescano e progrediscano secondo lo spirito dei fondatori e le sane tradizioni, perseguano fedelmente le finalità loro propeie e contribuiscano efficacemente alla missione salvifica di tutta la Chiesa ( cf PB 107 )
 
La situazione generale dei Monasteri Passionisti negli ultimi anni, soprattutto in Italia, è andata peggiorando per vari motivi, il più evidente di tutti è l'invecchiamento delle monache e l'assottigliamento delle comunità. Ci sono state anche delle visite apostoliche ad alcune comunità che hanno evidenziato delle fragilità di varia natura, che a ben vedere sono presenti anche in alcune comunità non visitate; volendo fare un solo esempio è evidente, soprattutto in alcune comunità, la carenza della proposta formativa. Infine sono affiorate negli anni, in maniera sempre più evidente, non solo la distanza fra le generazioni, ma anche le distanze culturali dovute all'internazionalità di alcune comunità. Tutto ciò mette in serio pericolo la sopravvivenza nella Chiesa del prezioso carisma Passionista, da quì la necessità di prendere in mano la situazione e porvi rimedio. Infatti, dopo attenta riflessione, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica è pervenuta alla decisione di avviare un cammino accompagnato ad hoc attraverso la nomina di una Delegata Generale, nella persona di Suor Fernanda Barbiero, alla quale il dicastero ha affidato un progetto che si sta realizzando a cominciare dalla presente Assemblea.
 
Questa Assemblea, come si legge nel decreto di nomina della Delegata Generale, è la prima tappa di un percorso che, chiaramente, per quanto si prefigge di realizzare non si può risolvere in questo solo incontro, ma neanche deve durare in eterno; un tempo ragionevole. Dunque un percorso * ad tempus * con delle tappe ben precise. In questi giorni allora siete chiamate ad avviare lo studio dei punti espressi nel suddetto Decreto. 
 
Prima di commentare brevemente gli argomenti di studio riportati nel Decreto, voglio richiamare la vostra attenzione su di un fatto di non poco rilievo. In passato ogni riforma o variazione, per cosi dire, nella vita consacrata non sempre prendeva in considerazione le esigenze che venivano manifestare dai consacrati stessi, soprattutto dalle donne consacrate. Oggi è maturata una coscienza ecclesiale più partecipativa e, nel magistero ponteficio ultimo, da Giovanni Paolo II a Francesco, anche una più chiara partecipazione nelle decisioni da parte delle donne nella vita della Chiesa. 
 
Papa Francisco nella Evangelii Gaudium ci ha ricordato che il ruolo della donna nella Chiesa è una sfida. C'è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa, benchè sia fuori discussione il sacerdozio ministeriale riservato agli uomini. Il Ppa invita pastori e teologi a raccogliere la sfida per meglio riconoscere il ruolo della donna lì dove si prendono decisioni importanti nei diversi ambiti della Chiesa ( cf EG 104 )
 
Ora a voi è data la possibiltià di prendere decisioni importanti per il vostro futuro, alla luce della volontà di Dio e nella Chiesa; perdere una tale occasione sarebbe un vero peccato. Rimanere ancorate a un mondo passato o a forme che le nuove generazioni non comprendono più e che non vanno scambiate con il carisma fondazionale, equivale ad avviarsi a morte certa. 
Alla Delegata, è stato affidato dalla Santa Sede il compito, di aiutarvi a riscoprire, rinnovare e riproporre il carisma passionista il che richiede la collaborazione sincera e fiduciosa di tutte, sia delle presenti che delle sorelle rimaste a casa. 
 
Ma analizziamo brevemente il contenuto del sudetto Decreto. 
 
Il carisma.
Il primo obiettivo è l'identità passionista * al femminile *; bisogna ritornare alle fonti, bisogna interrogare la storia e comprendere quale fu alle origini della vostra storia la novità carismatica, con quale nuovo dono lo Spirito arricchiva la sua Chiesa. A partire da ciò si può decidere per Chi e per cosa consumare la propria vita. 
 
La formazione iniziale e continua.
La formazione è condizione essenziale per tutta la Chiesa e i monasteri sono nella Chiesa. Non è più concepibile scambiare le tradizioni umane del passato stratificatesi nei monasteri con la formazione. Questa si basa principalmente sullo studio della Sacra Scrittura e della Teologia, con l'apporto delle altre scienze teologiche e umane, il tutto vissuto in quella * fraternità mistica* che è, come dice il Papa, imparare a incontrarsi con gli altri, nel vostro caso con le sorelle in un atteggiamento giusto, apprezzandole e accettandole come compagne di strada, senza resistenze interiori anche quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudine. Bisogna imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso senza stancarci mai di scegliere la fraternità, questa è definita fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all'amore di Dio, che sa aprire il cuore all'amore divino per cercare la felicità degli altri come la cerca il loro Padre buono. Con la consapevolezza di essere un piccolo gregge ( Lc 12, 32 ) i discepoli del Signore sono chiamati a vivere come comunità che sia sale della terra e luce del mondo ( cf Mt 5, 13-16 ). Siamo chiamati a dare testimonianza di una appartenenza evangelizzatrice in maniera sempre nuova ( cf EG 92 ). La fraternità mistica può trasformare il vivere insieme da una marea un pò caotica in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio ( cf EG 87 ).
Ma facendo i conti con la realtà, concretamente, la formazione deve essere condivisa e unitaria, poichè una comunità monastica da sola, per quanto possa essere * forte *, non può farsi carico di un tale impegno. La formazione iniziale condivisa fra le sorelle di più comunità permette anche una maggiore conoscenza che può rivelarsi positiva per eventuali scambi o aiuti reciproci fra le comunità. Non va dimenticato che la formazione non appartiene ad una stagione della vita, ma è continua, dunque bisognerà pensare a come ne potranno usufruire tutte le sorelle.
 
Verificare il cammino e le prospettive di futuro di ogni comunità.
Quando una comunità non ha più un'autonomia reale fatta di un numero sufficiente di monache in condizioni psico-fisico di autosufficienza, cioè capaci di condurre una vita comunitaria e di preghiera, è umanamente più dignitoso chiudere la comunità e fondersi con un'altra. Di ciò non bisogna fare un dramma perchè la nostra vita di consacrati e la dignità umana di cui siamo portatori vale più del luogo dove abitiamo su questa terra. Va anche considerato anche il fatto che le comunità fragili spesso sono oggetto di attacchi di speculatori di ogni genere che mirano al patrimonio del monastero. 
 
Una struttura giuridica di comunione.
Necessità, dunque, una struttura giuridica di comunione. Su questo punto ci possono essere più opsioni, l'importante è che tale struttura risponda alle esigenze reali dei monasteri. Questa futura struttura giuridica di comunione dovrà tenere presente due principi essenziali; il primo è che i monasteri rimangono sui iuris e che la struttura * sovramonasteriale*, abbia la sufficiente autorità, per provedere alla realizzazione degli obiettivi sopra descritti. In tale prospettiva andranno rivedute e aggiornate le Costituzioni.
 
Il Signore vi dia spirito di discernimento e desiderio di rinnovamento.
                                                    
                                                   Roma 22 settemvre 2015